Di Ninni
Assalto al portavalori Aquila, cancellate 5 condanne pesanti, Di Nardo: "Continuo ad avere fiducia nella magistratura"
Rapina portavalori Aquila A14
Non sono esclusi altri colpi di scena, Cerella: "Siamo soddisfatti, da anni il mio cliente ripete di essere innocente"
13/04/18

La Corte di Cassazione ha cancellato con un colpo si spugna le pesanti condanne per 5 delle nove persone arrestate dai carabinieri dopo due anni di indagini sull'assalto al portavalori del 14 dicembre 2012.

Tutto da rifare per impossibilità di eseguire la controprova sui referti ematici da parte della difesa. La patata bollente passa in mano alla Corte d'Appello di Perugia.

A questo punto anche gli altri 4 arrestati potrebbero giocare la stessa carta. La Cassazione ha annullato le condanne per Leonardo Caputo, Vincenzo Sciusco, Antonio Patruno, (presunti autori materiali della rapina), Simone Di Gregorio e Cono Surace, i due presunti basisti di San Salvo. Cosa faranno ora i difensori di Matteo Morra. Emilio Cirulli, Francesco Losurdo e Vincenzo Costantino, gli altri pugliesi coinvolti e condannati?

La mancata conservazione dei referti ha smontato il mosaico ricostruito dai carabinieri di Vasto. Nell' arco di due anni le indagini avevano portato in manette 9 persone ritenute componenti della cosiddetta "banda dei kalashnikov". La sentenza della Cassazione ha suscitato clamore e in qualche caso stupore.

"Io continuo ad avere la massima fiducia nella magistratura" è stato il commento di Angelo Di Nardo, titolare del blindato della società Aquila rapinato di 600mila euro.

"Io sono più che soddisfatto. Da anni il mio cliente, Cono Surace ripete di essere innocente e ora la Cassazione ha ritenuto che non ci siano prove contro di lui", dice l'avvocato Antonello Cerella.

Il presunto gruppo di fuoco di cui dovrà ora occuparsi la magistratura di Perugia è composto da 3 persone di Cerignola e due di San Salvo. Come detto a questo punto non sono esclusi nuovi colpi di scena anche per gli atri 4 pugliesi.
La rapina venne fatta a dicembre 2012. La banda entrò in azione fermando il blindato a colpi di kalashnikov . Dopo essere entrati al suo interno, grazie a una mola per aprirne il soffitto 7 banditi si allontanarono con il bottino di 600mila euro a bordo di tre auto di grossa cilindrata poi incendiate all'altezza del Villaggio Siv. Rubate una Fiat Punto e un'Alfa 75 raggiunsero San Salvo e lasciarono 50mila euro per i basisti in un garage.

Sentendosi braccati fuggirono poi all'interno di un furgone lasciato in sosta in precedenza in via De Vito e cercarono di far perdere le loro tracce imboccando la Trignina. Intercettati dai carabinieri di Montefalcone del Sannio, cercarono di prendere strade sterrate dell'interno, ma dovettero abbandonare il mezzo con all'interno passamontagna, armi e 220mila euro. Se le prove ematiche non sono più buone ai giudici di Perugia l'accusa riproporrà tabulati telefonici e numeri da incrociare. I malviventi avevano alcune schede telefoniche della Grecia.

Paola Calvano
 

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