Come abbiamo avuto modo di scrivere in questi giorni, esiste un patrimonio pubblico immobiliare in città di valore inestimabile ma lasciato all’abbandono e alla incuria del tempo. Nel passato abbiamo sollecitato le forze politiche cittadine e i cittadini ma pare che nessun effetto abbia sortito. Anche se in tempi di ristrettezze pubbliche economiche, in questi anni tutti i governi, anche quelli locali, per fare cassa hanno alienato ricchezza immobiliare a favore di privati. Analizziamo come i miei precedenti interventi siano di rimasti un flatus vocis e prendiamo come esempio un edificio di proprietà delle Poste abbandonato al degrado e alla incuria. Situato nel cuore del centro storico, in via XXIV maggio e sede fino a qualche anno fa del Consultorio A.S.L., nonché degli uffici comunali del Commercio e Turismo, lo osserviamo nel degrado con il suo carico di insicurezza: degrado degli infissi in legno che minacciano a ogni alterazione climatica di rovinare addosso a qualche passante; la presenza di manufatti di cemento amianto severamente vietati dalla legge 257/92 che la proprietà delle Poste non ha rimosso. Fatto gravissimo poiché molte sono state le nostre sollecitazioni a bonificare. Il loro lento ma inesorabile degrado e la successiva polverizzazione, se inalato, potrebbe provocare danni seri alla salute degli ignari cittadini. Lo stabile come si sa, appartiene alle Poste italiane che lo avrebbe messo in vendita, ma senza esito. Ma che nessuna preoccupazione stimoli l’interesse per questo bene immobiliare pubblico, ci stupisce perché situato in pieno centro storico. Risanamento, destinazione di uso, residenzialità, nemmeno a parlarne…..e il silenzio regna come sempre in città. Da anni si ripete il ritornello che l’abitazione è un bisogno primario, che il centro storico è carente di servizi igienici. Un recupero di questo immobile ci allontanerebbe da speculazioni e si invertirebbe la logica del consumo di suolo con nuove edificazioni all’esterno della città. Recuperare …recuperare…recuperare nella logica del risparmio e della rivitalizzazione del centro storico vastese. Proposta : il Comune di Vasto avvii una trattativa con le Poste per ricercare soluzioni affinche’ l’immobile sia nella disponibilità del governo cittadino e destinarlo anche a nuove residenze con accordi con ipotetici beneficiari inquilini? Oppure altra scelta potrebbe essere quella di inaugurare una serie di bagni pubblici e offrire alla città turistica e locale servizi degni di questo nome come fanno altre città civili e innovativi? Recupero, manutenzione, riconversione energetica, qualche nuovo posto di lavoro, sono i nuovi criteri di una politica urbanistica svincolata dalla speculazione edilizia e dal saccheggio che in questi anni la città ha dovuto subire per le scelte dissennate di ceti dirigenti allegri e clientelari.
Ivo Menna Ambientalista storico e responsabile ONA (osservatorio nazionale amianto).