Assolta in appello dal reato di furto aggravato di corrente elettrica.
I fatti risalgono al 2013 allorquando D.R. (60 anni) fu denunciata per avere alimentato la propria abitazione con energia elettrica prelevata con un cavo direttamente da una cassetta di derivazione dell’Enel con l’aggravante di avere commesso il fatto usando violenza sulle cose consistita nel manomettere la cassetta di derivazione dell’Enel. Per questo motivo la donna, dopo essere finita sotto processo, è stata condannata in primo grado dal Tribunale di Vasto per il reato di furto aggravato.
L’Avv Walter Pracilio, convinto dell’innocenza della sua assistita, proponeva appello e, la Corte di Appello dell’Aquila, in questi giorni, ribaltando totalmente l’assunto del Tribunale vastese, ha mandato assolto D.R. per non avere commesso il fatto. Per il difensore della donna: “la semplice constatazione che l’allaccio di cavi elettrici ad una colonnina Enel richiede specifiche cognizioni tecniche che la mia assistita non possiede, è già di per se sufficiente a scagionare D.R. dall’accusa che gli è stata mossa e, per la quale è stata addirittura condannato in primo grado. La difesa ha dimostrato che, nel periodo in cui fu commesso il reato, la casa non solo era interessata da lavori di ristrutturazione, ma era addirittura disabitata. Stando così le cose sono i fatti stessi a mostrare che il colpevole del reato deve essere cercato altrove e non certamente nella Sig.ra D.R.”