Di Ninni
“Non tutti sanno che...”: Raffaele Mattioli, il “banchiere umanista” nato a Vasto
Raffaele mattioli
Intitolate a lui alcune strutture nella sua città natale
24/01/16

Continua il nostro viaggio alla scoperta di personaggi illustri che sono nati in Abruzzo e hanno contribuito allo sviluppo non solo della regione d’origine, ma dell’Italia stessa. Stavolta parliamo di Raffaele Mattioli, “il banchiere umanista”, come viene spesso ricordato. 

Mattioli nasce a Vasto il 20 marzo 1895 da Cesario e Angiolina Tessitore, originaria di Gissi.

A Vasto frequenta la Regia Scuola Tecnica, poi è allievo dell’istituto tecnico commerciale “F. Galiani” di Chieti. Nel 1912 si iscrive all’istituto superiore di studi commerciali di Genova.

Quando scoppia la guerra, Mattioli si arruola come volontario in fanteria, ma viene ferito nel 1916. Due anni dopo è insignito di decorazioni al valor militare.

Nel 1920 si laurea in economia a Genova, sotto la guida di A. Cabiati, che già dal 1919 gli aveva affidato la redazione della “Rivista Bancaria”, organo dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), periodico che forniva aggiornamenti ai banchieri sui principali problemi del periodo. Mattioli diventa assistente volontario di Cabiati all’università “Bocconi” di Milano, solo in seguito è assistente stipendiato dell’istituto di economia politica diretto da Einaudi.

Tra il 1922 e il 1925 è segretario generale della Camera di commercio di Milano, anni in cui viene sviluppato uno “Schema di legge per l’ordinamento delle borse” che ha permesso all’uomo di approfondire una conoscenza tecnica delle contrattazioni in borsa e fuori mercato.

Il nome di Mattioli giunge presto alle orecchie di G. Toepliz, amministratore delegato della Banca commerciale italiana (Comit), che lo assume come segretario di gabinetto, divenendo nel 1931 Direttore Generale e nel ’33 amministratore delegato. Nel 1960 diventa Presidente della Banca commerciale italiana.

È stato uno dei primi a sostenere Mattei quando decise di continuare l’attività dell’Agip invece che liquidarla.

Mattioli è ricordato inoltre per essere stato un forte sostenitore della vita culturale ed editoriale dell’Italia: diventa un mecenate capace di finanziare riviste, case editrici e fondazioni, come l’“Istituto italiano di studi storici”, diretto da Benedetto Croce. Durante gli anni del fascismo assieme all’economista Piero Sraffa cerca di salvare i Quaderni dal carcere di Gramsci e finanzia la produzione di opere di scrittori come Carlo Emilio Gadda, che gli dedicherà più di un lavoro. 

È capace di capire le necessità della realtà italiana, così fa in modo di indirizzare l’impegno della Banca verso uno sviluppo equilibrato del sistema economico. Lascia la Banca nel 1972 e muore l’anno successivo, il 27 luglio 1973.  

In Corso de Parma a Vasto, nella sua casa natale, è sita una biblioteca a suo nome, donata nel 1988 dai figli del banchiere, insieme a un fondo di 3800 volumi, con alcuni autografi. Sono stati inoltre battezzati “R. Mattioli” l’Istituto Superiore di San Salvo e il liceo scientifico di Vasto.