Di Ninni
“Vocabolario dell’uso abruzzese”, per uno studio di alcuni dialetti della provincia di Chieti
Vocabolario abruzzese
La testimonianza di un appassionato studioso delle parlate vernacolari
30/10/15

In passato non era infrequente trovare persone che, pur facendo tutt’altro mestiere nella vita, nel tempo libero si dedicassero allo studio delle lettere. Nonostante si trattasse di “dilettanti”, le loro opere erano di grande valore e di estrema cura del dettaglio.

Questo è il caso di Gennaro Finamore, nato a Gessopalena nel 1836 e morto a Lanciano nel 1923, che è stato medico, antropologo ed esperto conoscitore dei dialetti e delle tradizioni abruzzesi.

Nel 1882 esce infatti il primo volume delle Tradizioni popolari abruzzesi, una raccolta di novelle popolari dell’Abruzzo, molte in dialetto, su diverse tematiche, distinte in base alla località di provenienza, dove il ricercatore è stato capace di rendere con esattezza i suoni dell’oralità. Le novelle sono precedute da una prefazione in cui vengono spiegate alcune forme fonetiche del dialetto abruzzese. Al volume contenente le Novelle seguono altri tomi, rispettivamente sulle Leggende popolari, sui Canti e sui Proverbi.

Ma per conoscere fino in fondo la dedizione che Finamore ha messo nello studio dell’Abruzzo, bisogna menzionare il suo Vocabolario dell’uso abruzzese, uscito nel 1880 nella sua prima edizione.

In questo vocabolario, i cui lemmi furono raccolti dalla “bocca del popolo”, sono riportate etimologie, proverbi e canzoni popolari. Occorre dire che questa prima edizione si basava sul dialetto di Gessopalena, mentre la seconda, uscita nel 1893, su quello di Lanciano.

Quest’ultima edizione si divide in due parti: nella prima è l’italiano ad essere tradotto in dialetto, nella seconda, molto più estesa, è il dialetto che è tradotto in italiano.

È interessante notare che Finamore, prima di addentrarsi nello studio del dialetto lancianese vero e proprio, riporta in una sezione dell’opera, denominata “Elementi per lo studio della fonetica delle parlate”, le diversità fonetiche che contraddistinguono il dialetto di alcune città della provincia di Chieti: Lanciano (L.), Gessopalena (G.), Ari (A.), Vasto (V.), Atessa (At.), Paglieta (P.), Ortona (O.), Palena (Pl.).

Riportiamo qui solo alcuni dei numerosissimi esempi presenti nel Vocabolario, che mirano a evidenziare la sottile differenza nella fonetica delle parlate locali (ogni parola è preceduta dalla sigla della città di provenienza):

il cervello – L. O. G. cervèlle – V. ciurvuèlle – A. At. ciureuèlle – P. ciuruvèlle – Pl. ciurvj̈ejje.

dormito – L. O. P. durméte – G. durméte, durmaïte – Pl. A. V. durmèïte – At. durmite – P. durmóïte

freddo-a – L. O. G. frédde – At. frèdde – V. fradde – P. fródde – Pl. frídde, m.; frédde, f.

lingua léngue – G. Pl. lénghe – V. langhe – P. longhe

ottobre uttóbbre – A. juttòbre – Pl. uttómbre – V. uttàbbre – At. uttébre

la nipotenepóte – Pl. nepóute – V. nepuàute – At. nepàte – G. nepùote

nascondo annascónne – A. annascònne – G. annascùonne – V. annascánne – At. annaschênne

polvere – L. Pl. próvele – A. pròvele – O. próvvele – Pl. próvele – V. pravvele – At. palvere – G. pùolvere

rispondo arespónne – A. arespònne – G. arespùonne – V. arespánne – At. arespênne

Come si può notare dagli esempi, le differenze tra un dialetto e l’altro sono notevoli, sebbene siano tutti riconducibili alla sola provincia di Chieti.

Tuttavia si deve sempre tenere presente che la lingua e i dialetti sono in costante evoluzione ed è probabile che molte delle pronunce sopra indicate siano cambiate da quando il medico abruzzese scrisse il vocabolario.

F. P.