Continua l’emergenza e il susseguirsi di eventi critici presso la Casa Lavoro di Vasto, infatti nella giornata di sabato 15 novembre un Internato ubicato presso il reparto Semilibertà e posto al lavoro all’esterno ( articolo 21 dell’Ordinamento Penitenziario ), godendo di questa opportunità che la legge gli garantisce, pensava bene di allontanarsi volontariamente e nel modo del tutto ingiustificato, dal tenimento agricolo della Casa Lavoro di Vasto, Lo stesso riusciva a far perdere le sue tracce nel primo pomeriggio scavalcando la rete metallica che delinea il confine dell’Istituto con la strada comunale di Via Torre Sinello, arrivando fin alla stazione ferroviaria del Porto di Vasto, pensando bene di percorrere il tragitto in direzione stazione ferroviaria lungo le campagne limitrofe. Giunto presso la sopracitata stazione saliva tranquillamente su un treno regionale direzione Nord, arrivando fin alla stazione di San Vito Chietino dove un controllore delle Ferrovie dello Stato, lo invitava a scendere, essendo sprovvisto del relativo biglietto ferroviario. A quel punto l’Internato risaliva su un altro treno regionale che lo riportava in direzione Sud e scendeva di nuovo alla stazione del Porto di Vasto, ma lì ad attenderlo per sua sfortuna vi erano due unità di Polizia Penitenziaria, un Assistente Capo Coordinatore e un Assistente, che preventivamente autorizzati dal Comandante del Reparto, erano usciti dall’Istituto con la macchina di servizio per pattugliare le zone limitrofi di Via Torre Si- nello, il Porto di Vasto e al relativa stazione ferroviaria, proprio alla ricerca dell’Internato. Un plauso, da parte di questa O.S., và sicuramente ai due colleghi che con un po' di fortuna, ma con tenacia e pazienza pattugliavano la zona affinchè l’internato stesso venisse riassicurato alla Casa Lavoro di Vasto. L’episodio, molto grave, riaccende i riflettori su una legge, quella delle misure di sicurezza, che prevede la permanenza nelle Case Lavoro della Repubblica di una utenza molto particolare e di difficile gestione vista la loro pericolosità sociale. Basti pensare che l’Internato in oggetto, che il prossimo otto dicembre avrebbe riconquistato la libertà proprio per la fine della misura di sicurezza, ma resosi protagonista dell’allontanamento, fà delle sue recidive il suo stile di vita, infatti sono svariati anni che allo stesso gli viene rinnovata la misura di sicurezza da parte del Magistrato di Sorveglianza. Questa segreteria locale sono anni che denuncia tutte queste criticità dovute proprie alla presenza di una utenza molto particolare senza dimenticare mai la fortissima carenza organica del personale di Polizia Penitenziaria, ma il prossimo futuro per l’Istituto Vastese è tutt’altro che roseo, infatti giungono voci sempre più insistenti e certe della riapertura del 3° piano chiuso ormai da giugno 2021. Far convivere cinquanta detenuti ospitati al 3° piano con altri sessanti internati già ospiti al 1° e 2° piano sarà molto difficile se non del tutto impossibile vista la loro promiscuità e, dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria certo non arrivano aiuti o segnali di speranza, infatti delle 17 unità di Polizia Penitenziaria trasferite a Vasto con il piano di mobilità a domanda, ne arriveranno forse 8/9, difatti è cosa certa che quattro unità siano distaccate al Gruppo Operativo Mobile, una distaccata al gruppo sportivo Fiamme Azzurre, una pare che sia riuscita a ottenere la revoca proprio sul trasferimento a domanda ed altre due hanno chiesto di posticipare l’arrivo nella sede prescelta, arriveranno ? beh visti i precedenti c’è da essere scettici. Al quadro presso che drammatico non vanno certo dimenticati i soliti problemi strutturali, dovuti ad una struttura che dal 1987 anni di apertura del carcere, non ha visto nessun intervento sia ordinario che straordinario, impianti idrici ed elettrici non a norma con le normative vigenti, cancelli di sbarramento con serrature difettose, Sala Regia non funzionante e chiusa da diversi anni, cucine non presidiate dal personale di Polizia Penitenziaria e difatto auto gestite dall’utenza. Alla luce di quanto su esposto questa segreteria locale, come già ribadito in altri comunicati, rimane fortemente contraria alla imminente inaugurazione del 3° piano, sarebbe da incoscienti farlo, per cui ci auspica di poter dialogare pacificamente con l’Amministrazione Centrale onde evitare azioni di protesta eclatanti e legittime, che porterebbe solo ad inasprire i rapporti con le parti sociali.
Il delegato locale U.I.L. G.A.U. Vasto
Giovanni Notarangelo




