Ennesima tragedia nelle campagne italiane, stavolta in Abruzzo. Un uomo di 90 anni è morto nel pomeriggio di giovedì 9 ottobre a Dogliola, in provincia di Chieti, dopo che il trattore gommato che stava conducendo si è ribaltato lungo la strada provinciale mentre trasportava le olive appena raccolte. Il mezzo è finito in una scarpata e per l’anziano agricoltore non c’è stato nulla da fare. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco, il 118 e i Carabinieri.
Federacma, la Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei servizi e commercio macchine agricole, operatrici e da giardinaggio, esprime cordoglio alla famiglia e alla comunità di Dogliola – che ha perso una figura molto stimata – e rilancia l’allarme sulla sicurezza dei mezzi agricoli.
“Quella di ieri è la terza vittima in Abruzzo in pochi mesi – dichiara il presidente Federacma, Andrea Borio – dopo i decessi del 20 giugno a Spoltore (PE) e del 25 giugno a Morro d’Oro (TE). Il ribaltamento del trattore continua a essere la prima causa di morte sul lavoro in agricoltura, con circa cento decessi l’anno secondo i dati INAIL. Una strage silenziosa che non può essere ignorata”.
La legge prevede dal 2015 l’obbligo di revisione dei mezzi agricoli, ma a distanza di quasi dieci anni manca ancora il decreto attuativo che ne consenta l’applicazione effettiva. Una paralisi normativa che, secondo Federacma, impedisce di prevenire incidenti come quello di Dogliola.
“La sicurezza non deve avere età – aggiunge Borio –. Anche i contadini più esperti e appassionati, anche chi lavora la terra da una vita, non può difendersi da mezzi instabili, privi di rollbar o cinture, e mai sottoposti a controlli tecnici. Finché lo Stato non darà piena attuazione alla revisione obbligatoria, continueremo a piangere vittime evitabili”.
Federacma rinnova la disponibilità a collaborare con le Istituzioni per costruire una rete diffusa di officine e tecnici qualificati, in grado di effettuare controlli su tutto il territorio.
“La revisione dei trattori non è una burocrazia in più – conclude Borio – ma un salvavita. Ogni giorno senza controlli è un giorno in cui si rischia di morire nei campi. Servono decisioni politiche rapide e coraggiose, per trasformare il rispetto delle regole in tutela concreta della vita”.