Questa Organizzazione Sindacale femca CISL, già nel comunicato sindacale del 16 maggio u.s., chiedeva l’immediato ritiro della procedura 223 di licenziamenti collettivi, oggi apprendiamo, non essendo stati convocati al tavolo che, con ‘generosa’ concessione della Varcotex, a valle dell’incontro del 29 maggio u.s., i licenziamenti scendono a 17. Una proposta talmente ‘generosa’ da sembrare una presa in giro. Anzi, lo è! I lavoratori non sono pedine sacrificabili.
Chiariamo subito: per noi non si tratta di un calo di commesse, né di un problema di fatturato, né tantomeno di carenze da parte del personale. No, la verità sembra essere molto più semplice e amara. Cadica – che fa capo al gruppo finanziato da H.I.G. Capital – sta sacrificando l’azienda di Monteodorisio. Perché? La sensazione che si avverte si traduce in questo gioco: compra, rattoppa, licenzia, rivendi. E i lavoratori? Pedine sacrificabili.
Il nuovo CEO di Cadica, Massimo Piombini, curriculum impeccabile – da Balmain a Valentino, passando per Gucci – troppo impegnato dai riflettori per accorgersi di avere una fabbrica in Abruzzo? A Monteodorisio non si è mai visto eppure ha deciso comunque: si taglia. Su suggerimento, pare, di “esperti” che di tessile sanno quanto un influencer di idraulica.
Lo sapete cosa ha dichiarato al suo insediamento il nuovo CEO di Cadica?
"Arrivo con grande orgoglio ed entusiasmo in Cadica, un gruppo dall’altissimo posizionamento di mercato, con competenze e qualità della produzione riconosciute a livello internazionale..."
Parole belle, davvero. Entusiasmo, però, che si è tradotto in licenziamenti a tempo di record. Le competenze? Tagliate.
La qualità? Spostata forse altrove.
Intanto Cadica continua a promuovere i suoi valori aziendali di rispetto per i dipendenti. Una campagna che, riteniamo, andrebbe corretta con l’integrazione: ad eccezione dei dipendenti della Varcotex di Monteodorisio e…. avanti la prossima pedina sacrificabile!
La Varcotex segue marchi importanti, accompagna il processo produttivo dalla A alla Z. Ma il reparto taglio etichette – quello che Cadica vuole smantellare – è un pilastro che rischia di crollare.
E i clienti? Verranno informati, perché dovranno decidere se essere complici dell'operazione voltandosi dall'altra parte o se considerare almeno loro, gli esseri umani, donne e uomini, in quanto tali.
Sì, questa è solo un'altra pagina triste nella storia del lavoro in Italia, ma non staremo in silenzio a guardare. Il silenzio non ha mai salvato nessuno. La vera faccia di CADICA è giusto che venga svelata in tutte le sue intenzioni.
Gli strumenti messi a disposizione della normativa vanno tutti considerati, ogni sforzo messo in campo per tutelare i lavoratori deve essere contemplato. Bisogna approfittare di tutto il tempo necessario messo a disposizione dalla legge per trovare qualsiasi soluzione alternativa ai licenziamenti, a partire degli ammortizzatori sociali. Tutti gli attori protagonisti di questa vertenza devono raggiungere l’obiettivo di non mandare a casa nessuno.
Massimiliano Recinella
Femca Abruzzo e Molise