Malasanità: "Qui pro quo" o semplicemente mancanza di rispetto e professionalità?
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15/07/15

I fatti: Sabato 11 Luglio alle ore 11.00 circa ricevo una telefonata al numero di cellulare, la persona all'altra parte della cornetta si qualifica come Asl di San Salvo, mi chiede, <<Lei è la Sig.ra….madre di PS ?>>,rispondo in maniera affermativa e dall’altra parte, l’ignota, mi dice: <<Lunedì alle ore 9.45 deve presentarsi con suo figlio per una visita>>. In quel momento la mia mente, come un computer tenta di elaborare e di ricordare quando c’era stata da parte mia richiesta di visita presso la Asl e soprattutto con quale medico e/o specialista, nulla sovviene alla mia mente, provo a pensare ad altro, sale la mia ansia, non mi chiedete perché, ma Noi famiglie che viviamo la disabilità, purtroppo siamo sempre su una borderline che non ci fa mai rilassare, qualcuno di Voi  potrebbe pensare che ciò sia cosa normale o quanto meno che c’è di male o strano, e invece NO! Continua la telefonata e chiedo di dirmi chi c’è dall’altro capo del telefono mi si dice <<un infermiera>>, chiedo chi avesse convocato mia figlia, mi si risponde <<una dottoressa>>, chiedo la motivazione mi si dice << non lo so>>, dietro mia insistenza e mie dovutissime rimostranze, dico di non essere in condizione di essere presente lunedì e soprattutto con mia figlia che non è in condizione di poter accedere presso la struttura per le sue psicosi, mi si dice con arroganza <<Sig.ra che vuole da me così mi hanno detto di dire così ho fatto!>>  WOW! sbalordita, basita e ormai incredula saluto e chiudo. Urtata per l’accaduto penso e realizzo che non esiste alcun rispetto per le persone con disabilità e per le loro famiglie. Scannerizzo la telefonata e mi viene in mente l’infermiera e la sua arroganza, non mi perdo d’animo lascio tutto ciò che stavo facendo e mi fiondo al Poliambulatorio. Chiedo in giro, era quasi mezzogiorno o poco più, tutti gli uffici chiusi, busso a qualche porta e da una stanza una voce <<è chiuso!>> BENE! Riesco ad entrare in un ufficio, e finalmente rintraccio l’infermiera che aveva chiamato, entro nel suo studio e chiedo spiegazioni. L’infermiera, in presenza di una collega, nella stessa maniera che al telefono, non è stata in grado di chiarire neanche una delle mie domande, tra l’altro si è giustificata tra mille ragioni, e pretendeva, senza minimamente far intervenire il suo lato UMANO, di aver ragione asserendo che il suo comportamento era stato giusto e corretto. Mi metto in discussione e penso, forse non sono umana, forse mi aspetto troppo dagli altri, o forse un <<Sig.ra capisco il disagio causato e mi scuso, ma queste le direttive che ho ricevuto>>, sarebbe bastato. Purtroppo tutto ciò non è avvenuto anzi l’arroganza l’ha portata ad avere un atteggiamento poco consono al suo ruolo, termina poi passando la palla e dicendo <<Lunedì venga o telefona e parli con la Dott.ssa>> queste le sue parole. Vado via ancora più incredula ma soprattutto delusa e amareggiata, perché devono trattare così male gli utenti? Perchè le informazioni non sono chiare, perché non si è voluta qualificare? Ma non dovevano avere un tesserino con il loro nome ben visibile?

Molto infastidita ed adirata, faccio un giro di telefonate, avendo visto, dalle cartelle che erano in bella mostra sulla scrivania, chi altri avesse contattato Sabato mattina la zelante infermiera e scopro che a Tutti e sottolineo TUTTI i contattati era stato riservato lo stesso identico trattamento di scortesia, detto la stessa cosa, alcuna spiegazione, alcuna indicazione fatto salvo per la presenza dei nostri figli ad una visita “al buio” lunedì 13 luglio presso la Asl, senza alcuna precisazione dello studio medico, senza dire chi fosse il medico che li aveva convocati, senza dire la motivazione e senza dire se avremmo dovuto esibire una qualsivoglia documentazione clinica, con lo stesso tono arrogante, insomma, quanto era segreta la cosa che avremmo dovuto affrontare il lunedì e perché la dignità dei nostri figli disabili e la nostra messa sotto i piedi? Perchè mi ha fatto sentire una schifezza? Perché ha avuto questo potere? Lo so!

Sentiti, quindi gli altri genitori, chi per un motivo chi per un altro si erano allarmati, qualcuno impaurito e preoccupato, qualcun altro ha contattato l’avvocato per ricorsi in atto, qualcun altro ancora avrebbe dovuto non far frequentare il centro diurno, qualcun altro non potendo gestire la situazione se non in due non aveva modo di portare il proprio figlio, qualcun altro non avrebbe avuto il tempo tecnico per assentarsi dal lavoro, quindi alla luce di tutte le informazioni rilevate dagli altri genitori, tutti d’accordo e insieme abbiamo deciso che nessuno si sarebbe presentato con i figli Lunedi e che da soli avremmo chiesto i chiarimenti del caso e avremmo dimostrare il nostro disappunto sul modus operandi del personale che si è messo in contatto con le famiglie.

Lunedì 13 Luglio, come da accordo, ci siamo presentati alla Asl, ma, ad onor del vero, mi è d’uopo scrivere che intorno alle 10.00 la Dott.ssa aveva già contattato qualche famiglia per scusarsi personalmente del disagio arrecato, ciò nonostante nel suo studio abbiamo chiesto spiegazioni, che ci sono state date ma che non hanno risolto per nulla il danno già perpetrato. La Dott.ssa ascoltando Noi genitori non si aspettava minimamente cosa avesse causato una telefonata incompleta, non chiara, disinformativa, non professionale e subdola per la sua natura ha potuto, quindi, capire quanto sia difficile per noi famiglie di persone con grave disabilità dover “organizzare e pianificare la nostra quotidianità”. Si è scusata, pur non avendone Lei colpe, anche a nome della persona a cui era stato dato l’incarico di contattare le famiglie per la visita.

Con questa mia non voglio fare denuncia, ma solo raccontare un fatto, colpe a nessuno, ragioni a tutti ma queste cose non devono accadere in quanto chi lavora presso strutture pubbliche ha l’obbligo professionale di essere tale e se sbaglia, chi è preposto e superiore ha l’obbligo di fare i giusti richiami. La prossima volta però non mi fermerò a raccontare un fatto…

Volete poi sapere come è proseguita e come si sono svolte le “visite”? Al telefono, si avete letto bene, al telefono, siamo stati nuovamente contattati in giornata e abbiamo risposto ad alcuni quesiti…tutto qui!!!! Lascio a voi le conclusioni e i dubbi di tutta la vicenda. Ci hanno fatto vivere due giorni con uno stress atroce, a noi utenti e familiari di persone con disabilità poco importa il super lavoro che si sono assunti e che recriminano i dipendenti Asl, a noi interessa il rispetto e la professionalità per i nostri figli e per noi che li abbiamo in carico, che già viviamo un isolamento umano totale, in un disinteresse comune, paghiamo un servizio sanitario ormai obsoleto e decadente, e lo accettiamo, ma non permettiamo ad alcuno di abusare dei loro ruoli pubblici mettendo la dignità dei nostri disabili sotto i loro i piedi con atteggiamenti offensivi. Cambiate mestiere! a Noi non serve la vostra pietà e la vostra sensibilità, potete non essere sensibili per carattere, ma almeno se occupate posti pubblici a contatto con gli utenti o vi designano per un compito dimostrate la vostra professionalità ed educazione e quando le persone sono disabili abbiate un po’ più di rispetto!

Carolina Intoccia

Presidente Artificio DEI Onlus